ELENA REDAELLI

Elena Redaelli (Erba 1981), dopo la laurea all’Accademia di Roma, matura la sua attività in ambiti internazionali. All’inizio del 2020, ha fondato con l’artista Olandese Karin Van der Molhen il collettivo: Z.A.C. Attraverso processi di condivisione, approfondimento e produzione fra professionisti, si sta ridefinendo il contesto di quelle pratiche site-specific, legate intimamente al territorio e ai suoi elementi costitutivi, umani e non. 

Dal 2010 ha intrapreso una ricerca incessante viaggiando, sperimentando e collaborando con realtà internazionali. I suoi progetti spaziano dalla scultura tessile, all’arte ambientale e partecipata. “Attraverso la mia ricerca esploro processi di generazione e trasformazione della materia, applicando diversi livelli di controllo e indagando i limiti tra autorialità e partecipazione attiva. Talvolta il materiale prende il sopravvento, altre volte sono i partecipanti di un progetto o l’ambiente stesso a farlo, risultando in un dinamico e continuo scambio. Nei miei progetti applico una commistione di tecniche differenti prese dalla scultura, dall’artigianato, dal disegno e dall’ estetica relazionale. Ricerco e utilizzo tecniche antiche: tessitura a telaio, arazzo, crochet, feltro, ricamo, annodature e carta fatta a mano. Nelle mie installazioni, che si sviluppano su larga scala, unisco metodi di lavorazione lenta a nuove tecnologie. Tutto ciò che riguarda il tessile è sempre stato estremamente affascinante per me (estratto da Artemorbida.com)

FRANCESCO BERTELÈ

Francesco Bertelè è un artista visivo che traccia il suo percorso di ricerca tra esplorazione ed esperienza. Crea installazioni ambientali e interagenti, capaci di restituire un vissuto complesso, spazia dalle tecniche classiche alle più recenti tecnologie digitali, fonde teoria e sperimentazione pratica nello studio continuo del rapporto tra uomo e natura. Attraverso un progressivo tentativo di parcellizzazione della forma, testa narrazioni transmediali con l’intento di analizzare gli effetti del virtuale, lepistème digitale, sulla definizione dell’immaginario collettivo e le influenze dello stesso sulla nostra percezione della realtà (cognitiva, emotiva e biologica). Indaga i processi politici e sociali più urgenti, restituendoli in forma di opere poetiche visionarie, frutto della sintesi tra dati collettivi ed esercizio personale. Lavora in sinergia con un network di professionisti, adottando una metodologia mutuale, che si avvale dell’intelligenza collettiva. Dal 1999 ha creato, fondato e diretto diversi progetti in Italia e all’estero. 

GIULIA FILIPPI

Giulia Filippi (Vicenza1982) è un’artista visiva e ricercatrice nel campo dell’educazione. La sua indagine si concentra sull’interazione fra uomo e natura, sull’esplorazione della materia attraverso tecniche di manipolazione finalizzate all’innesco di processi naturali. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Arti visive presso L’Accademia di Belle Arti di Venezia e Lahti (FIN), ha frequentato il master “Futuro vegetale, piante, innovazione sociale, progetto” presso l’Università degli Studi di Firenze. Dal 2006 lavora con diverse istituzioni per espandere i programmi educativi usando le pratiche artistiche per creare connessioni tra i saperi attraverso l’esperienza. Tra queste: Peggy Guggenheim Collection, Viaindustriae, La Galleria Nazionale, La Biennale di Venezia, OVS e WWF Italia, Fondazione Marino Golinelli, Studio Orta, Raumars, Felcos Umbria, Istituto Europeo Design, Cooperativa Densa, Palazzo Lucarini e molte scuole di ogni ordine e grado.
Nel 2012, assieme a Leonardo Bastianelli, ha dato vita al collettivo Cinquepiùdue che indaga le relazioni tra arte, artigianato e design.

Dal 2001 la sua ricerca artistica è stata esposta in molte occasioni, in contesti indipendenti e istituzionali, tra cui: La Galleria Nazionale (Roma), Collezione Peggy Guggenheim (Venezia), Palazzo Te (Mantova), Palazzo della Penna (Perugia), Accademia del disegno (Firenze), Colli independent (Roma), Galleria A+A (Venezia), Parco per l’Arte in Cancelli ( Foligno, PG), Bevilacqua la Masa (Venezia), Palazzo Lucarini (Trevi, PG), Palazzo Collicola (Spoleto, PG), Palazzo Orti Manara (Verona), Rauma Art Museum (Rauma, FIN), Bjcem (Salonicco, GR), Bivy Gallery (Anchorage, AK).
I lavori sono raccolti in diverse pubblicazioni e sono inseriti in collezioni private e pubbliche tra cui il fondo Giorgio Maffei della GAM di Torino.

MATTEO MEZZADRI

Matteo Mezzadri (Parma, 1973) inizia il suo percorso artistico da autodidatta a metà degli anni novanta. Dopo la laurea in Scienze politiche presso l’Università di Bologna e un master in Design della comunicazione al Politecnico di Milano, si dedica completamente alla ricerca artistica
e alla fotografia. Nel 2009, grazie a una collaborazione
col gruppo di artisti ZimmerFrei e una residenza a New York, si avvicina alla videoarte che diventa da subito uno strumento imprescindibile. La sua poetica in quegli anni
si concentra sul concetto di “architettura dei legami”,
con una particolare attenzione alle grandi metropoli contemporanee e alle complesse dinamiche relazionali
che le caratterizzano. Nel 2012 inizia la serie fotografica intitolata Città minime, lavoro esposto per la prima volta al MIA di Milano e poi in numerose gallerie, musei e rassegne in Italia e all’estero, come la prestigiosa European Month of Photography di Bratislava nel 2014. La serie fotografica riceverà diversi premi e riconoscimenti tra i quali il Sony World Photography Awards della WPO di Londra sempre nel 2014. Nel 2016 viene invitato dal comitato scientifico di Mantova Architettura a realizzare la prima installazione monumentale delle Città minime presso la Casa del Mantegna (MN). Sempre al 2016 risale l’incontro con la galleria Artantide e il curatore Sandro Orlandi Stagl, grazie al quale parteciperà all’edizione italiana della Biennale Italia-Cina presso l’Arca di Vercelli e, successivamente, all’edizione cinese della stessa Biennale presso il Plastic Cultural Park di Pechino. Nel 2022, in concomitanza con
la mostra Orizzonte degli eventi – Rethink the city a cura
di Matteo Pacini presso la Porta di Milano dell’aeroporto
di Malpensa, viene invitato dal Padiglione Nazionale del Camerun a realizzare una grande installazione per la 59° Biennale d’arte di Venezia.

WOLFGANG ALEXANDER KOSSUTH

Wolfgang Alexander Kossuth nasce in Germania, a Pfronten, nel 1947. Pittore, scultore, violinista e direttore d’orchestra, dal 1970 al 1974 suona nell’orchestra del Teatro alla Scala di Milano, orchestra della quale sarà direttore nel 1975. Quattro anni più tardi decide di dedicarsi esclusivamente alle arti figurative e in particolare alla scultura frequentando i corsi all’Accademia di Belle Arti di Brera. Le sue opere ritraggono grandi personalità del mondo della musica, della letteratura e della danza. La figura umana è sempre al centro delle sue composizioni: studi anatomici, resa del movimento, bellezza classica che si fonde con equilibri improbabili. Armonia e teatralità caricano le sue sculture di pathos; tensioni e torsioni, corpi di ballerini che sfidano le leggi di gravità in un’esplosione di energia e dinamismo. I materiali che modella sono marmo, bronzo, resina e gesso. Corpi sensuali che si muovono nello spazio, in bilico tra tensione muscolare e emotiva. Le stesse tematiche sono espresse nelle tele: nudi realizzati a pastelli o a olio, contorni sfumati, magistrale chiaroscuro. Dal 1981 le sue opere sono esposte in Italia e all’estero. Alcune di esse sono conservate presso il Museo Teatrale alla Scala e in altri teatri lirici come il Carlo Felice di Genova. Numerose le onorificenze e riconoscimenti in ambito nazionale e internazionale. Muore precocemente il 30 dicembre 2009.

ANTONIO MASSARUTTO


Nasce a Pordenone nel 1973. Frequenta prima l’istituto Statale d’Arte Cordenons e poi l’Accademia di Arti Applicate a Milano. Cresciuto nella campagna friulana, fin da piccolo osserva il padre, tassidermista (impagliatore di animali) e lo aiuta in laboratorio. Per lui questa diventa una vera e propria scuola di anatomia. Nel 2001 si trasferisce in Toscana, dove lavora come designer per alcune aziende italiane e straniere per poi decidere di aprire a Cortona, qualche anno dopo, il proprio atelier orafo. I gioielli di Massarutto sono caratterizzati per essere delle vere e proprie mini sculture del mondo animale. Contemporaneamente al gioiello, l’artista si cimenta anche sulla scultura di grandi dimensioni, confrontandosi inizialmente con terracotta, legno e marmo e poi sperimentando materiali di recupero come filo di ferro, rete metallica, plastica, vecchie stoffe da divano e jeans. Oggi la scultura di Massarutto si affida molto all’improvvisazione e dà vita anche a vere e proprie creazioni estemporanee dei suoi esseri animali. Grazie alla familiarità con l’anatomia animale, si cimenta anche nella creazione di Fantaspecie e Bestiari Contemporanei in bilico tra memoria storica e un universo futuribile. Oltre ad operare nel centro Italia (personali si sono tenute presso l’Atelier Fabrizio Milesi di Gubbio, Palazzo Ferretti e Fortezza del Girfalco di Cortona; lungo i percorsi della Francigena; presso la Rocca di Umbertide), ha esposto in occasione di eventi e Festival (il Salone del Mobile di Milano; Salone del Mobile di Milano; Pitti Uomo a Firenze; la Art City White Night – Arte Fiera di Bologna; Festival del Verde e del Paesaggio di Roma). Ha presentato il suo lavoro presso la Galerie Isabelle Lesmeister a Ratisbona in Germania.

FRANCO PASSALACQUA

Franco Passalacqua (Terni, 1950) è Accademico di merito all’Accademia di Belle Arti di Perugia. Vive e lavora a Perugia. “Le sue opere possono essere messe in rapporto a tutta una schiera di opere di artisti ossessionati dal modulo, ma una cosa in particolare lo separa da molti di loro: un suo quadro, per quanto ‘astratto’, non può essere messo a rovescio. Ciò indica una componente essenziale della sua pittura, un rigore formale dai forti ritmi interni che, non solo legano e rendono solida la superficie, ma impongono una direzione, un dritto e un rovescio, un modo di leggere i quadri dal quale non ci è permesso prescindere”. Lavora da circa 30 anni sui temi legati alla natura, alla sua valorizzazione e difesa. Ha esposto in numerosi contesti pubblici e privati sia in Italia che all’estero. Tra questi The Carpenter’s Workshop (Londra), Palazzo della Penna (Perugia), Palazzo Lucarini (Trevi), Galerie Alain Le Gaillard (Parigi), Museo Caos (Terni), Studio La Città (Verona), Fondazione Cini (Venezia), Galleria Lipanje Puntin (Trieste), Galleria Maniero (Roma), Museo dell’Olio e dell’Olivo (Torgiano), Complesso museale di San Francesco (Trevi), Galleria Ronchini (Terni), Flash Art Museum (Trevi), Palazzo D’Accursio (Bologna), Museo Laboratorio (Città Sant’Angelo- Pe), GC2 Contemporary (Terni), Di Paolo Arte (Bologna), Art Basel, Art Miami Beach, Arte Fiera Bologna, Miart (Milano), Art Verona (Verona), Centro Espositivo Rocca di Umbertide (Umbertide).


Insieme alle opere degli artisti invitati, faranno parte del percorso espositivo anche le opere dei giovani artisti che hanno partecipato alla Residenza artistica “Isola Creativa”:

Cookie Policy Privacy Policy